IL DISTURBO PSICHICO DEL GENITORE PUÒ ESSERE TRASMESSO AI FIGLI?

La preoccupazione per la trasmissibilità del disturbo psichico è un vissuto condiviso tra i genitori in carico presso i servizi di salute mentale e in qualche modo sostenuto dalla ricerca che rileva generalmente un impatto negativo sullo sviluppo e sul benessere dei bambini quando i genitori hanno problemi psichiatrici.

Teniamo però a precisare che in letteratura non vi siano conferme sull’ereditarietà genetica del disturbo psichiatrico. I ricercatori, infatti, pur sostenendo e documentando una significativa associazione tra presenza di disturbi mentali nel genitore e psicopatologia nei figli che orientano a pensare alla presenza di fattori biologici, non arrivano a sostenere una causalità diretta e lineare.

Piuttosto, la componente genetica può essere considerata un fattore predisponente che, nell’interazione con fattori ambientali, può incrementare il rischio di uno sviluppo psicopatologico.

A questo proposito, gli studiosi sostengono che le variabili di cui i bambini risentono maggiormente riguardano i sintomi primari legati alla problematica dei genitori (irritabilità, aggressività, ritiro, comportamento e ideazione bizzarra) ma anche quelli correlati (difficoltà di pianificazione e l’incoerenza nei comportamenti).

Tuttavia non necessariamente le patologie psichiche implicano l’esercizio di una genitorialità negativa, soprattutto se risultano ben compensate da una terapia farmacologica o psicologica: il fattore di rischio determinante non è infatti il tipo di diagnosi ma piuttosto il comportamento del genitore nel quotidiano. Gli autori sembrano infatti convergere nel dire che la positività dell’ambiente può costituire un importante fattore di protezione: in presenza di adeguate cure genitoriali e di supporto sociale, i bambini con predisposizione genetica alla malattia psichica possono comunque raggiungere un sviluppo armonico.

A questo proposito presentiamo un modello (Hall, 1996) che individua tre diversi ordini di fattori la cui interazione influenza lo sviluppo del bambino, contribuendo alla sua resilienza o, viceversa, alla sua vulnerabilità allo stress e allo sviluppo di difficoltà psichiche.

In primo ordine abbiamo i fattori predisponenti ovvero quelli che rendono il bambino più vulnerabile e più incline a incontrare difficoltà nel far fronte alla presenza di un genitore che soffre di disturbi psichici. Tra questi ci sono gli aspetti intellettivi, temperamentali, di personalità, cognitivi, fisici, legati al genere, alla presenza di malattie o disabilità congenite o acquisite.

Per esempio:

  •        Un buon livello intellettivo è un fattore che protegge lo sviluppo poiché consente di comprendere ed elaborare più efficacemente la realtà circostante.
  •        Problemi comportamentali e temperamentali nel bambino aggravano il rapporto con il genitore già vulnerabile a causa della sua malattia.
  •        I figli dello stesso sesso del genitore psicologicamente compromesso sono più a rischio di sviluppare difficoltà nello sviluppo perché mettono in atto comportamenti d’imitazione e interiorizzano le problematiche.
  •        Le difficoltà pre o peri-natali possono compromettere maggiormente la relazione primaria genitore e figlio. Tuttavia se le madri vengono adeguatamente supportate non presentano un’incidenza di problemi psicopatologici o d’adattamento superiore ai coetanei.

 Ci sono poi i fattori perpetuanti che interagendo in modo più diretto con la vulnerabilità determinata dai fattori predisponenti, possono compromettere lo sviluppo e il benessere del bambino.

Tra di essi troviamo la qualità del legame genitore-figlio, i fattori socioculturali, il livello socio-economico e le dinamiche familiari.

  •        L’insorgenza precoce della malattia del caregiver può minare la costituzione di un attaccamento sicuro, viceversa, l’aver sperimentato una relazione precoce positiva con la madre e il conseguente instaurarsi di un attaccamento sicuro diventano fattori protettivi nei casi in cui la patologia della madre insorga successivamente.
  •        La presenza di una rete familiare e amicale supportiva può costituire un fattore protettivo poichè migliora le competenze genitoriali e incrementa le capacità dei bambini di far fronte allo stress. Al contrario l’assenza di una rete di supporto costituisce un ulteriore fattore di rischio che compromette la possibilità di far leva sulle risorse esterne per fronteggiare le difficoltà quotidiane.
  •        In relazione al livello socio-economico, la presenza di difficoltà economiche può interagire negativamente con i sintomi del genitore malato sia in modo diretto, tramite l’innalzamento di stress, sia in modo indiretto, favorendo lo sviluppo di dinamiche familiari disfunzionali, che a loro volta si ripercuoto negativamente sul benessere del bambino.
  •        Lo stile parentale viene individuato come il fattore maggiormente predittivo dello sviluppo delle difficoltà emotive e comportamentali. La capacità di gestire il conflitto, la presenza di calore affettivo, vicinanza, flessibilità e organizzazione costituiscono elementi in grado di contrastare l’impatto della patologia del genitore sul funzionamento familiare e sullo sviluppo del bambino.

Infine l’autore individua i fattori precipitanti caratterizzati da tutte quelle variabili che possono intervenire in modo contingente durante il ciclo di vita della famiglia, interagendo negativamente con la psicopatologia del genitore e aumentando quindi il rischio per i bambini.

Tra questi si rilevano eventi come: elevata conflittualità coniugale, separazioni, divorzi, perdite e lutti che si possono verificare sia sul piano concreto (ricoveri, suicidio, divorzio) sia sul piano emotivo-psicologico, sotto forma di senso di perdita e alienazione dovute all’assenza emotiva ed affettiva del genitore.

 

In sintesi, l’assenza di una causalità diretta tra genitori che soffrono di disturbi psichici e la presenza di psicopatologie nei figli indica la necessità di un’attenta osservazione della complessa relazione che esiste tra fattori di rischio e fattori protettivi nell’infanzia e nell’adolescenza, nonché l’importanza di interventi di prevenzione per migliorare il benessere, favorire la resilienza e prevenire l’insorgenza di disturbi mentali gravi.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 Di Blasio P. (2005), Tra rischio e protezione. La valutazione delle competenze parentali. Unicopli: Milano.

Hall A. (1996), Parental Psychiatric Disorder and Developing Child. Cambridge University Press.

Zanobio A., Tasselli F., Percudani M. (2019), Famiglie sospese. Sostenere la genitorialità di fronte ai disturbi mentali degli adulti. FrancoAngeli: Milano.

 

Download: trasmissibilita.pdf

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